Mi sembrava davvero una missione impossibile immatricolare il mio veicolo usato acquistato all’estero.

Dovevo innanzitutto comprendere quando il mezzo è classificabile veicolo usato. Di fatto lo è se lo stesso è immatricolato all’estero da almeno 6 mesi o se ha percorso più di 6.000 km. dalla sua “nascita”. In caso contrario è da considerarsi veicolo nuovo e quindi necessita l’assolvimento del pagamento Iva.
Acquisite informazioni di massima mi sono catapultato, vestito con il mio bel frac in stile Tom Cruise, in una scena del film “Mission impossible” ritrovandomi a guidare il bolide dei miei sogni in un complesso labirinto pieno di insidie burocratiche.

Ci sono per la verità strade un po’ tortuose da percorrere ma, con una particolare attenzione e un pizzico di pazienza, si può’ arrivare ad ottenere le targhe e il libretto di circolazione in tempi relativamente brevi. Suggerisco di farvi magari aiutare da qualche agenzia di pratiche auto esperta a svolgere questo tipo di formalità che potrà sicuramente supportarvi nelle articolate fasi del processo immatricolativo. Ma andiamo con ordine.

Una volta vista e piaciuta la vostra macchina richiedere al venditore la visione del libretto di circolazione estero che, se proveniente da Stato membro comunitario, dovrà riportare tutti i dati tecnici e la rispondenza delle direttive Europee, inquinamento in primis.

Ci sono due distingui importanti da valutare. Veicolo di provenienza dai Paesi CE o SEE (Spazio economico europeo) Stati: SVIZZERA, S. MARINO, VATICANO. Oppure da PAESI EXTRACOMUNITARI.

Molti veicoli immatricolati prima del 2004 sono ancora muniti della carta di circolazione non armonizzata.

Qualora la carta di circolazione estera non sia armonizzata con le Direttive Europee si dovrà richiedere scheda tecnica alla casa costruttrice le quali tipicamente se le fanno pagare profumatamente.

Sono equiparati ai veicoli nuovi per quanto riguarda le caratteristiche costruttive e per immatricolare un veicolo usato di provenienza da paesi extracomunitari sarà necessario acquisire i seguenti documenti:

  • carta di circolazione legalizzata o apostillata
  • idonea certificazione attestante la conformità alle norme vigenti in materia di immatricolazione
  1. deroga solo per connazionali rimpatrianti

C’è poi una fase propedeutica all’immatricolazione, è necessario assegnare il codice di immatricolazione (OE; OA; OC,ecc.) per ogni versione di variante di tipo di veicolo, attraverso l’inserimento dei dati nel Sistema Informatico del CED della Motorizzazione.

Revisione

Si segnala che dalla carta di circolazione deve essere dedotto il dato relativo ai controlli periodici cui il veicolo è stato eventualmente sottoposto a revisione. Al riguardo, occorre evidenziare che la carta di circolazione può recare la data di effettuazione dell’ultima revisione, ovvero la data di scadenza della revisione stessa. Si tenga presente, però, che non tutti i Paesi europei applicano, in materia di revisione, la stessa tempistica prevista in Italia (vale a dire: il 4° anno successivo alla prima immatricolazione e, successivamente, ogni 2 anni).

Pertanto, ferma restando la data di prima immatricolazione, la scadenza della revisione deve essere verificata in base alla regola temporale del “4 + 2”. Conseguentemente, se la revisione risulta scaduta in base alla predetta regola temporale, l’immatricolazione del veicolo non potrà essere effettuata previo il necessario controllo tecnico.

Radiazione targa dal paese di provenienza

La nazionalizzazione può essere richiesta unicamente dall’intestatario della carta di circolazione estera, se residente in Italia.

In caso di non coincidenza tra il soggetto intestatario e il soggetto che ha interesse a nazionalizzare, poiché il rilascio della carta di circolazione può essere effettuato, per principio generale (art. 93, comma 1, c.d.s.) solo a nome di chi si dichiara proprietario, occorre che il veicolo sia preventivamente ceduto in favore del soggetto, residente in Italia, che intende immatricolare il quale, ai fini della iscrizione nel Pubblico registro automobilistico, dovrà produrre la documentazione prevista dalla disciplina di settore.

In ogni caso, si rammenta che il veicolo da nazionalizzare deve essere stato cancellato dai registri delle competenti Autorità estere e non deve risultare segnalato quale veicolo rubato od oggetto di appropriazione indebita; inoltre, per poter circolare su strada, deve essere in regola con gli obblighi di revisione o aver superato, laddove ricorre il caso, le verifiche tecniche effettuate in sede di visita e prova propedeutica alla nazionalizzazione.

Finalmente immatricolata!

Con un po’ di pazienza (in media 40-50 gg.) e qualche peripezia sono finalmente riuscito ad ottenere la targa, il libretto di circolazione e il certificato di proprietà del mio veicolo di provenienza estera. Procedo ora con l’assicurazione e poi pagherò anche la tassa auto in modo da scorrazzare con la mia macchina sulle strade italiane, stavolta anche senza frac. E‘ stata dura ma alle fine, la perseveranza paga…sempre!

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