Capita sempre più spesso di assistere a controlli approfonditi su tempi di guida e di riposo. Chi guida per professione lo sa: basta un dettaglio non allineato per trasformare una giornata di lavoro in una sanzione o in un fermo del veicolo.
Per questo è importante avere un quadro chiaro di cosa verificano gli ispettori e di quali comportamenti possono creare problemi.

Il controllo parte quasi sempre dalla coerenza tra attività svolte e limiti previsti dalla normativa europea.
Gli ispettori verificano se la giornata lavorativa è stata gestita correttamente: quante ore di guida sono state effettuate, se la pausa dopo 4 ore e 30 minuti è stata rispettata e come sono stati organizzati i riposi giornalieri e settimanali.

In pratica, ciò che interessa è la logica del turno:
se i tempi tornano, se le pause risultano complete, se i riposi recuperano eventuali riduzioni e se non ci sono “buchi” nelle registrazioni.

È un controllo che, quando fila liscio, si risolve in pochi minuti.

All’autista può essere richiesto di mostrare le registrazioni degli ultimi 28 giorni, compreso il giorno in corso. Se ci sono periodi non registrati, vengono chieste le dichiarazioni di attività.
In caso di tachigrafo digitale vengono lette le stampe; con l’analogico vengono richiesti i fogli necessari a ricostruire la sequenza delle attività.

Se qualcosa non è chiaro o non torna, il controllo si allunga e può portare a sanzioni.

Molte irregolarità hanno un tratto comune: nascono da piccoli dettagli, spesso involontari. Ad esempio:

  • una pausa avviata troppo tardi o registrata male, divisa in segmenti non conformi
  • una giornata di guida che supera le 9 ore quando non sarebbe possibile estenderla
  • un riposo ridotto non recuperato nella settimana successiva
  • un cambio modalità effettuato in ritardo, con la guida che continua a risultare attiva
  • dati mancanti per parte del periodo richiesto

Sono situazioni che capitano e che è possibile prevenire con un po’ di attenzione in più.

Molti di questi errori derivano da una gestione non corretta del tachigrafo. Chi vuole approfondire i problemi più frequenti — come pause registrate in modo incompleto o modalità inserite tardi può leggere il nostro articolo dedicato agli errori più comuni del cronotachigrafo.

Il conducente deve poter esibire le registrazioni del giorno in corso e quelle dei 28 giorni precedenti.
È un requisito semplice ma fondamentale: la mancanza dei dati è uno dei motivi più frequenti di contestazione.

Una buona parte dei controlli si chiude rapidamente quando:

  • la pausa risulta registrata in modo corretto
  • le ore guida non superano i limiti consentiti
  • i riposi settimanali sono organizzati con criterio e i recuperi risultano tracciati
  • i dati dei giorni precedenti sono disponibili e leggibili

Sono accortezze che non eliminano il controllo, ma lo rendono molto più lineare.

Per chi viaggia tutti i giorni può essere utile tenere a mente alcuni riferimenti:

  • dopo 4h30 di guida → pausa di 45 minuti
  • guida giornaliera: 9 ore (estendibili a 10 per due volte a settimana)
  • guida settimanale: massimo 56 ore
  • su due settimane: massimo 90 ore
  • riposo giornaliero: 11 ore (o 9 ore in caso di ridotto)
  • riposo settimanale: 45 ore (o 24 con recupero)

Sono i punti di partenza per affrontare un controllo con maggiore serenità.

COS Milano affianca imprese e autotrasportatori negli adempimenti amministrativi legati al settore dei trasporti, comprese le procedure per il rilascio, il rinnovo e la sostituzione delle carte tachigrafiche. Vedi la nostra specifica sezione
Per maggiori informazioni è possibile contattare i nostri uffici.

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