L’Agenzia delle Entrate ha avviato nuovi accertamenti relativi all’ecotassa sulle autovetture ad alte emissioni di CO₂, riguardanti sia i veicoli nuovi sia quelli usati di provenienza estera immatricolati in Italia nel 2020.
Molti contribuenti stanno ricevendo in queste settimane le richieste di pagamento dell’imposta non versata, con sanzioni e interessi che in diversi casi superano il 50% dell’importo originario.

Chi riceve la notifica può scegliere tra diverse opzioni:
- pagare integralmente quanto richiesto, senza possibilità di rateazione o riduzione delle sanzioni;
- presentare ricorso entro 60 giorni;
- oppure attendere la cartella di pagamento, rateizzabile ma con ulteriori interessi.
L’istanza di autotutela è ammessa solo in caso di errori evidenti e non sospende i termini per il ricorso.
Sono inoltre in corso numerosi contenziosi che riguardano le immatricolazioni del 2019, soprattutto per acquisti anteriori al 1° marzo 2019 e per veicoli usati importati da altri Paesi UE, in cui diversi giudici tributari hanno riconosciuto elementi di illegittimità del tributo per contrasto con il principio europeo di non discriminazione.
👉 Le somme oggetto di questi accertamenti non rientrano tra quelle condonabili con le nuove definizioni agevolate che potrebbero essere introdotte nella prossima Legge di Bilancio.
Una tassa che — diciamolo pure — ci sta davvero antipatica, soprattutto perché finisce per colpire chi ha semplicemente scelto o importato un’auto senza la piena consapevolezza dei limiti imposti dalla norma
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